Renault Captur è uno di quei modelli (pochi) che sono stati in grado di cambiare il mercato. Un prodotto che ha funzionato così bene da costringere i competitor a replicare in maniera più o meno simile le caratteristiche proposte dal B-SUV di Renault.
La ricetta ancora una volta è semplice, perlomeno da descrivere: prendi un’utilitaria, alzane il baricentro (senza renderla goffa!) e proponi un design d’impatto. Renault Captur nel 2019 porta avanti il concetto di un SUV per tutti, compatto a sufficienza per i centri cittadini ma mai banale nelle linee.
Rispetto alla versione precedente c’è una netta evoluzione dei gruppi ottici ed una profonda revisione degli interni. Il designer Renault Nicolas Vathonne ha reinterpretato i proiettori Full LED, portando la “C-Shape” di Renault al livello successivo. Oltre alla linea più moderna cambia anche la tecnologia, i fari sono in grado di seguire le traiettorie, creare coni d’ombra al passaggio di automobilisti nel senso inverso e gestirsi in autonomia a seconda dell’illuminazione ambientale. Davvero riuscito, così affilato e pulito, il profilo della fanaleria al posteriore.
Cambiamenti minori sono invece stati apportati alla griglia frontale e all’estrattore posteriore, mentre per guadagnare spazio all’interno dell’abitacolo il parabrezza è stato inclinato maggiormente, andando di conseguenza a ridurre lo sbalzo anteriore. D’altronde anche la lunghezza, che con 11 centimetri in più si attesta sui 4,23 metri, parla di una vettura più grande, matura e spaziosa, nella quale aumenta lo spazio del bagagliaio di 81 litri (arriviamo a 536 totali) ed il passo -quindi l’abitabilità interna- cresciuto di 3 centimetri. Tutte conseguenze dell’adozione della nuova piattaforma CMF-B già impiegata da Renault su Clio 2019 che, anche in questo caso, si sposa bene con il concept della vettura.
Agli interni le novità sono soprattutto funzionali: sparisce il piccolo display della precedente Captur e anche quello (più ampio, ma sfortunatamente del tutto digitale) equipaggiato sui modelli ai piani alti della gamma Renault. Troviamo quindi un infotainment verticale da 9,3 pollici corredato però da tre irrinunciabili manopole per il climatizzatore ed una piccola tastiera a pianoforte per gli shortcut più importanti, necessari a navigare tra i menù dell’Easy Link di Renault. Non possono mancare poi le integrazioni con smartphone attraverso Apple CarPlay e Android Auto. Un notevole passo in avanti rispetto a prima, che lascia intendere la considerazione del brand per i feedback ricevuti dagli utenti.
Cambiano poi anche la strumentazione, ora interamente digitale, la forma del volante e la leva del cambio. Anche il design di piccoli assemblaggi, nella maggior parte dei casi, è cambiato. Come abbiamo visto per Clio quindi, l’evoluzione in casa Renault è netta in entrambi i sensi: da un lato è facile percepir le modifiche introdotte e dall’altro rimane evidente il progetto da cui si proviene.
Varia e articolata la gamma motori di Renault Captur, che non rinuncia ai Diesel ma premia, comunque, i propulsori a benzina. Per chi viaggia a verde SP la sigla è TCe, gamma che apre con il motore da 1.0 litri e 100CV e prosegue con l’1.3 litri in due scaglioni di potenza: 130CV, abbinato al manuale a 6 marce, o 155CV con cambio automatico a doppia frizione EDC a 7 rapporti. Il Diesel invece, l’amatissimo dCi di Renault, viene offerto con la classica cubatura di 1,5 litri e scaglioni di potenza che vanno dai 95CV (con cambio manuale a 6 rapporti) o 115CV con il già citato automatico EDC.
Grande fermento, infine, per l’ibrido Plug-In battezzato E-Tech, del quale però non ci sono ancora dichiarazioni precise in merito a disponibilità e prezzi. Dovrebbe comunque trattarsi di un 1.6 a benzina abbinato a due diversi motori elettrici per un’autonomia a zero emissioni di quasi 50Km raggiunta grazie ad un pacco batterie da 9,8 kWh.
Per non sbagliare nulla Renault Captur si getta a capofitto verso la seducente guida autonoma, introducendo un complesso pacchetto di ADAS per minimizzare lo sforzo del conducente alla guida. È infatti possibile regolare la velocità su chi ci precede e mantenere la propria corsia autostradale senza far nulla (basta tenere una mano sul volante) e fidarsi dell’auto. In fasi più statiche della guida ci sono poi gli avvisi in uscita dai parcheggi, le telecamere e i segnali sui retrovisori per coprire gli angoli morti.