Renault Captur E-Tech Plug-In Hybrid, un nome lungo per un concetto semplice: best in class per l’ibrido alla spina. Renault ha capito prima di altri cosa significhi l’elettrico per chi dall’auto non vuole pensieri, ma soltanto una possibilità in più. Perché Captur Plug-In è un due in uno nel modo più concreto possibile, sa essere davvero elettrica ma nel momento del bisogno diventa un eccellente crossover a benzina.
Abbiamo provato la Captur E-Tech Plug-In Hybrid in allestimento Intens con 160CV dati dalla sinergia di tre motori: un quattro cilindri in linea aspirato da 1.6 litri da 90CV e due motori elettrici, tutti combinati assieme dalla trasmissione Multimode ereditata dalla Formula 1.
Per farci conoscere la doppia anima di questa vettura, Renault ci ha portati lontano da tutto: siamo infatti partiti da Roma per raggiungere Eremito, un luogo di meditazione nel cuore dell’Umbria dove il telefono non prende, non ci sono schermi e la cena si consuma in silenzio con un sottofondo di canti gregoriani. Arrivare così lontano dalla quotidianità, dalle giornate di sempre e dalle cattive abitudini con un’auto che -nella concezione comune- dovrebbe essere relegata alla vita in città, magari al solo tragitto casa-lavoro, è stato impressionante.
Captur è il B SUV straniero più venduto in Italia ed il design firmato dall’ormai celebre Laurens van den Acker è certamente uno dei motivi del suo successo. La seconda generazione lanciata nel 2019 (e di cui questa Plug-In fa parte) è stata ringiovanita al frontale ed ampiamente rivista al posteriore. Il risultato è una vettura più moderna, ma anche riconoscibile. Le dimensioni sono cresciute per rendere l’auto adatta anche a lunghi viaggi, arrivando ad una lunghezza di 4 metri e 23, mentre la larghezza (specchietti inclusi) arriva ai due metri. L’altezza è pari a 1.575 mm, mentre il bagagliaio (in cui trovate il cavo di ricarica di serie) offre 536 litri di carico.
Agli interni la regola è la pulizia: il volante è nel classico stile Renault, mentre la plancia è decisamente più tecnologica. La strumentazione completamente digitale da 10,2 pollici offre informazioni chiare e precise, mentre il display dell’infotainment posto in posizione verticale è fluido e ben integrato con Apple CarPlay e Android Auto. Al centro della vettura spicca una tastiera a pianoforte per gestire alcune funzioni tra cui la modalità elettrica ed il Multi Sense (con cui è possibile scegliere diverse mappature), mentre i comandi del climatizzatore sono fisici ma ben chiari grazie ai piccoli display posti al centro delle tre rotelle di regolazione. Non mancano poi due porte USB, un’entrata AUX ed una presa accendisigari. Belli, in questa versione Intens, i sedili in pelle e tessuto, mentre gli assemblaggi sono tutti di ottima qualità. Soltanto la cornice attorno alla strumentazione, se “provocata”, si lascia andare a qualche piccolo scricchiolio.
Renault Captur, in questa versione Plug-In, parte sempre in elettrico. Il più piccolo dei due motori ausiliari infatti funge da starter e generatore, mentre il secondo (più importante) permette di raggiungere fino a 135Km/h in modalità esclusivamente elettrica. La vettura è silenziosa ma pronta e scattante, già dai primi metri rende chiaro un cambio di mentalità rispetto a tante altre ibride. Qui è l’elettrico che comanda, il benzina è più come un papà che segue da lontano, pronto ad intervenire ma mai pressante: “Lasciamolo fare, ormai è grande” sembra suggerire al guidatore. Al contempo la sinergia fra i tre motori è garantita dalla trasmissione Multimode ereditata dalla F1 che, a conti fatti, riesce a simulare piuttosto bene il comportamento di un doppia frizione.
Solo spingendo a fondo a velocità autostradali si avverte un filo di ritardo nella risposta, ma basta impostare la modalità Sport del MultiSense per ridurre drasticamente l’effetto. Tanto elettrico e bassi consumi quindi, che nelle migliori delle condizioni riescono a stare sotto ai due litri per 100Km/h, ovviamente impiegando per la maggior parte del tempo la carica elettrica. Anche in autostrada tuttavia è difficile salire sopra ai 5 litri per 100Km, mentre Renault promette fino a 65Km di autonomia in elettrico nella guida cittadina, una cifra verosimile che però non abbiamo potuto testare con mano per via dei tempi ristretti.
La risposta ai comandi (freno, acceleratore e sterzo) è sempre prevedibile e sincera; per risparmiare carburante basta un po’ di attenzione sul pedale destro, mentre volendo è possibile modificare le risposte dello sterzo attraverso le diverse modalità del MultiSense. La frenata poi, è sempre piuttosto a punto.
In termini di guida dinamica la batteria da 9,8 Kwh installata alla base della nuova piattaforma CMF-B contribuisce ad abbassare il baricentro e rendere perciò la Captur sicura e ben piantata al suolo. Sull’asfalto della capitale -spesso al limite della decenza- qualche buca si è fatta sentire, perché le sospensioni assorbono bene ma entrare in una sorta cratere a basse velocità provoca una risposta piuttosto secca degli ammortizzatori. Va detto però che, una volta usciti dalla città e ritrovate strade più curate (non perfette, ma neanche disastrate), la Captur si rivela subito a suo agio, filtrando bene le asperità ed offrendo un ottimo feedback al guidatore. Anche dietro, infine, si sta davvero comodi: l’aumento di passo permette spazio a volontà per le gambe e anche tra la testa e il cielo della vettura (chi scrive supera di poco il metro e ottanta) ha spazio a sufficienza. In sintesi Captur Plug-In è perfetta per la città, anche grazie ad un’opzione che permette di salvare il 40% della batteria per usarla in seguito, ma questa non è una notizia. La notizia è che anche su tragitti a medio-lungo raggio l’auto si comporta benissimo. Consuma poco, viaggia veloce e non impensierisce.
Partiamo col dire che la Captur E-Tech è si Plug-in (e quindi si ricarica attraverso prese di corrente o colonnine) ma che è anche possibile aumentare il freno motore attraverso la modalità B del cambio per massimizzare il recupero dell’energia in viaggio, esattamente come accade per le ibride più leggere.
Normalmente invece, l’auto si può ricaricare in un intervallo di tempo compreso fra le tre e le cinque ore a seconda dei casi: con una colonnina da 22 kW bastano tre ore, stesso discorso per un impianto domestico (e quindi ricaricando con presa Shuko) con 3.7 kW di potenza massima. Le cinque ore sono invece necessarie se in casa avete un contratto con soglia di potenza massima di 2.4 kWh.
La batteria da 9,2Kwh (garantita 10 anni e poi convertibile in accumulatore per una durata di altri 10 anni) potrebbe anche ricaricarsi più in fretta, ma in Renault hanno deciso di mantenere una soglia più bassa, pari a 7.4 kWh, come massima velocità di immagazzinamento.
Al momento gli allestimenti disponibili per Renault Captur E-Tech Plug-In Hybrid sono due: Intens (come quello avuto in prova) e Initiale Paris, venduti rispettivamente ad un prezzo di 32.950€ e 39.950€. Motore, capacità della batteria e potenze sono gli stessi. In futuro poi, potrebbero arrivare versioni più spartane, ma non ci sono date né conferme ufficiali. Da segnalare la promozione “Renault Best for You”, che permette di avere la vettura con rate da 199€ al mese grazie ad 8.500€ di vantaggi. Si, perché se è vero che il prezzo di listino è da C – SUV, è altrettanto vero che grazie agli incentivi statali è possibile ridurre la cifra di quasi un terzo, avvicinando così Captur Plu-In a prezzi da concorrenti endotermiche. Se volete conoscere nel dettaglio prezzi e allestimenti di tutta la gamma Captur, a questo indirizzo trovate tutte le valutazioni ufficiali Eurotax.
Renault Captur si inserisce in un nuovo segmento, quello delle Plug-In Hybrid (in crescita del 210% rispetto allo scorso anno, molto più di ibride ed elettriche pure) con una proposta concreta ed interessante. E grazie agli ecoincentivi non è solo un’opzione che va considerata se si è in cerca di una Plug-In, è addirittura in competizione con vetture endotermiche di pari segmento. Il che, tutto considerato, è il suo più grande pregio: sa darti qualcosa in più senza chiederti nulla in cambio.