Autostrade, meno 2 punti patente per mancato pedaggio: è legale?

Pedaggio non pagato – meno due punti patente è un messaggio che in tempi recenti viene proiettato sui cartelloni autostradali con assidua frequenza. Sostanzialmente chi esce dall’autostrada senza averne pagato la quota, indipendentemente dalle modalità, viene multato per un importo minimo di 85€ a cui si vanno a sommare il costo del pedaggio e due punti sulla patente.

Ma come si esce dall’autostrada senza pagare?

Mancato pagamento pedaggio autostrada

Gli utenti autostradali vengono suddivisi in due categorie. La prima, sorvegliata da telecamere implementate col sistema TUR (Transito Utenti Recidivi), comprende gli automobilisti in cattiva fede, come chi -sistematicamente- passa i caselli di uscita in coda ai camion o chi consegna scontrini di pedaggio invalidi.

Nella seconda categoria invece rientrano coloro i quali, per le ragioni più disparate, si ritrovano a non poter pagare il pedaggio autostradale. Ma come succede?

Immaginate di non avere né telepass ricaricabile, né contanti a disposizione e di inserirvi in una corsia d’uscita che permette il pagamento con carte o bancomat. Sfortunatamente però la macchina non legge la vostra carta e, di conseguenza, vi troverete a premere il tasto rosso dell’assistenza.

A questo punto potrete parlare con un operatore, il quale annoterà i dati riportati dal tagliandino che avete inserito e gli estremi della vostra auto (Marca, modello, targa). A questo punto vi verrà consegnato uno scontrino con l’importo non corrisposto da pagare entro 15 giorni in un Punto Blu (dove si acquista e gestisce il Telepass) in un ufficio postale, in banca o attraverso una procedura guidata online.

Questa tipologia di utente non viene tracciata dal TUR ma, in caso di mancato pagamento, l’ente autostradale provvede alla riscossione del debito mediante richiami ufficiali, arrivando anche a vendere il debito ad un’agenzia di riscossione come Equitalia.

Il mancato pagamento del pedaggio non inficia la sicurezza stradale

La normativa secondo cui, al mancato pagamento del pedaggio autostradale, si va incontro ad una decurtazione dei punti sulla patente di guida oltre ad una sanzione pecuniaria, è del 2016. Anzi, lo è la sua attuazione, perché l’accertamento passa attraverso al personale delle autostrade che va poi validato dalle forze dell’ordine, in questo caso la Polizia Stradale.

Non solo l’avviso andrebbe rimosso, ma l’intera normativa dovrebbe essere rivista con maggior attenzione al fine di tutelare gli automobilisti e allineare le sanzioni a quanto riportato nel Codice della Strada.  Secondo l’articolo 126-bis del CdS infatti, il sistema a punti della patente di guida “ha carattere cautelare e risponde all’esigenza di tutelare con più incisività la sicurezza stradale, integra efficacemente il sistema delle sanzioni pecuniarie ed accessorie attualmente in vigore.”

Nello specifico però, il mancato pagamento del pedaggio autostradale non è frutto di una trasgressione al Codice della Strada in senso stretto. La detrazione dei punti patente esiste per disincentivare gli utenti della strada a comportamenti azzardati che possano mettere in pericolo sé stessi e gli altri. Eccesso di velocità, guida senza cinture, conduzione di veicoli non a norma e via dicendo sono tutt’altra cosa rispetto a quella che può essere una semplice dimenticanza la quale, lo ricordiamo, non mette in alcun modo in pericolo l’incolumità di chi guida o degli altri utenti della strada.

La rimozione dei punti patente è abuso d’ufficio

Tutto questo porta ad una conclusione: lo Stato sanziona l’automobilista per una dimenticanza nei confronti di un ente privato come lo è Autostrade per l’Italia. Chi toglierebbe i punti della patente ad un ladro che si allontana in auto a velocità codice? Figuriamoci poi se il “reato” può essere categorizzato come semplice dimenticanza o, peggio ancora, come una mancanza da parte del riscossore che gestisce i pedaggi con apparecchiature difettose. Se la sanzione pecuniaria non è in alcun modo opinabile, questo escamotage trovato dai gestori per battere cassa è fondamentalmente illegale.

Il reato di abuso d’ufficio, come descritto nell’art. 323 del Codice Penale, si identifica nel “Delitto commesso dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio che nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, ovvero arreca ad altri un danno ingiusto […]”.

Il fatto che le società autostradali impieghino i loro mezzi di diffusione per ricordare ai cittadini questa violazione –e che possano farlo senza alcuna rimostranza- non è che l’ennesima contraddizione di un paese ormai diventato la parodia di sé stesso.

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