Su una base di 40 milioni di vetture in Italia, la sostituzione di questo parco mezzi con veicoli nuovi di fabbrica grazie al recente Ecobonus auto riguarderà solamente una piccola parte del totale: ad affermarlo è l’Osservatorio Autopromotec, che ha argomentato questa sentenza con il forte periodo di crisi che gli italiani stanno affrontando in questo periodo storico della loro vita, dove l’incertezza (soprattutto economica) non permette loro di rottamare la loro vecchia automobile con qualcosa di più fresco e al passo con i tempi.
La maggior parte delle famiglie, quindi, continuerà ad andare avanti con lo stesso veicolo che li ha accompagnati in tutti questi anni, il quale però dovrà prima o poi andare incontro ad alcuni interventi di manutenzione al fine di rimanere all’interno delle linee guida in ambito di sicurezza stradale volute dal Governo. A questo punto, ecco l’idea: perchè non proporre un “bonus manutenzione”, che permetterebbe di sgravare parte delle spese sostenute per mantenere in efficienza il parco mezzi italiano?
“Questo provvedimento darebbe un importante impulso alla sicurezza della circolazione stradale e allo stesso tempo sarebbe utile anche per contenere le emissioni nocive nell’ambiente – sottolinea l’Osservatorio Autopromotec – Al giorno d’oggi non si può fare a meno di sostenere anche la manutenzione e la riparazione degli autoveicoli attualmente in circolazione, e un bonus del genere aiuterebbe anche il lavoro di tutti coloro che sono impegnati nel settore dell’assistenza degli autoveicoli“.
Ma quali sarebbero le caratteristiche di questo nuovo “bonus manutenzione”? Sempre secondo l’Osservatorio Autopromotec, quest’incentivo “verrebbe riconosciuto in riferimento al periodo di imposta 2021, con inserimento nella dichiarazione dei redditi 2022, per una somma pari al 50% dell’esborso sostenuto per manutenere e/o riparare il veicolo e per un ammontare non superiore a 500 euro per ciascun veicolo nel limite delle risorse disponibili. Sarà necessario conservare la documentazione necessaria a fini fiscali (fattura o ricevuta fiscale), il cui pagamento dovrà avvenire con modalità al 100% tracciabili (POS, bonifico bancario ecc…)“. Insomma, un’ottima proposta, vero?