Sali in macchina assieme ai tuoi amici, ti accomodi sul sedile del guidatore e accendi il motore. Non fai nemmeno dieci metri che cominci a sentire quel fastidioso cicalino che indica il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza: ma tu le hai allacciate, così come il passeggero di fianco a te. Allora guardi dietro… e ti accorgi che i “colpevoli” sono gli altri due seduti sul divano posteriore. Dal 2019, infatti, tutte le auto nuove sono provviste dell’apposito sistema di segnalazione che avvisa la “dimenticanza” delle cinture non solo all’anteriore, ma anche al posteriore, le quali di conseguenza sono obbligatorie come recita l’articolo dedicato del Codice della Strada.
Il riferimento in questione è l’articolo 172, il quale descrive l’intera normativa riportante l’utilizzo delle cinture di sicurezza: non esiste una specifica differenziazione tra i dispositivi anteriori e quelli posteriori, per cui vige l’obbligo generale di indossarli sia per il conducente che per tutti i passeggeri. Una regola che vale anche per i bambini, purchè abbiamo un’età di almeno tre anni e una statura di almeno un metro e cinquanta.
In caso contrario, con una statura inferiore è necessario utilizzare dei sistemi di ritenuta specifici adeguati al peso del bimbo, che gli garantiscono la migliore posizione possibile sul sedile e che gli proteggano la zona del torace in caso di impatto. Se si utilizza un seggiolino, inoltre, è vietato posizionare i minori su un sedile che presenta l’airbag nella zona frontale, a meno che quest’ultimo non sia stato preventivamente disattivato.
Dall’utilizzo delle cinture di sicurezza, anche posteriori, sono esentate solamente alcune categorie di persone per le quali l’obbligo di indossare questi dispositivi può rappresentare un intralcio importante durante la guida. Sempre secondo l’articolo 172 del Codice della Strada, esse sono:
Il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, anche posteriori, e dei sistemi di ritenuta per i bambini comporta innanzitutto una sanzione amministrativa da 81 a 326 Euro, a cui si aggiunge quella disciplinare attuata attraverso la decurtazione di cinque punti dalla patente di guida (dieci nel caso in cui il conducente sia un neopatentato). Se il trasgressore è un minore, risponderà della violazione il conducente o, in alternativa, chi è tenuto alla sua sorveglianza se presente in quel momento sul veicolo.
Se poi tale infrazione viene ripetuta nell’arco di due anni, l’ultima violazione rilevata sarà accompagnata dalla sanzione accessoria della sospensione della patente da un tempo minimo di quindici giorni a quello massimo di due mesi. La multa, inoltre, è assicurata anche nel caso in cui il trasgressore abbia alterato oppure ostacolato il normale funzionamento delle cinture: in questo caso si va da 40 a 163 Euro.
I sistemi di ritenzione sulle auto, ovviamente, devono essere omologati, quindi chi produce, importa o commercializza delle tecnologie non conformi con le direttive europee sarà altresì passibile di sanzione, che va da una somma minima di 848 Euro a quella massima di 3.393 Euro. Se accertati, infine, tali sistemi non in regola saranno anche sequestrati e confiscati per tutti gli accertamenti del caso.