L’elettrificazione dell’automotive non passa solamente dalle auto nuove… ma, volendo, anche da vetture d’epoca opportunamente aggiornate dal punto di vista dell’alimentazione. Un esempio è sicuramente la Delta Integrale di GCK Exclusiv-e, oppure la Panda Integral-e di Garage Italia: in entrambi i casi ci troviamo di fronte a restomod unici che utilizzano la stessa base di partenza del modello originale, spinto però da una powertrain Full-Electric con pacco batterie dall’ottima percorrenza con la singola ricarica.
Oltre a queste, tuttavia, esiste anche un’altra possibilità che amplia a tutti gli effetti l’intero discorso: perchè non estendere l’elettrificazione anche a tutti i mezzi d’epoca “ordinari”, come la mitica Fiat 500 degli anni ’60, per renderli più attuali nonchè più ecologici durante la guida di tutti i giorni? Una domanda che trova risposta con il termine “retrofit“, il quale identifica l’opportunità di installare su quest’auto d’epoca (tra l’altro molto “malleabile” a modifiche meccaniche di un certo rilievo) degli speciali kit omologati capaci di renderla, a conti fatti, un veicolo elettrico in tutto e per tutto.
I pacchetti retrofit non sono una novità assoluta nel mondo dell’automotive e, anzi, sono legalmente regolamentati in Italia attraverso il “Decreto Retrofit” entrato in vigore il 26 gennaio 2016: la sua novità principale sta nell’abolizione del nullaosta di modifica da parte del costruttore, che in precedenza impediva di mettere le mani alla propria auto senza la specifica autorizzazione rilasciata dalla casa di produzione. Grazie al D.M. n.219, invece, la conversione in auto elettrica si può effettuare semplicemente aggiornando la carta di circolazione del proprio mezzo, senza alcuna necessità di immatricolarlo una seconda volta.
Capite bene che, con questi presupposti, il retrofit di un’automobile storica come la Fiat 500 può essere una ghiotta occasione per i suoi proprietari, tra l’altro resa ancora più conveniente in tempi recenti grazie al Bonus (attivo fino al 31 dicembre 2021) che prevede un contributo pari al 60% del costo di riqualificazione elettrica fino a un massimo di 3.500 Euro assieme a uno sconto (sempre del 60%) sulle spese d’iscrizione del veicolo al PRA, sulle imposte di bollo e su quelle di trascrizione a livello provinciale.
I vantaggi di passare all’elettrico, quindi, sono davvero numerosi per i proprietari di una Fiat 500 d’epoca: grazie all’installazione del kit retrofit si darebbe il proprio contributo nel processo di decarbonizzazione di tutta la filiera produttiva dell’automotive, perchè non si darebbe il via alla costruzione di un’auto nuova e non si produrrebbe CO2 o sostanze nocive durante l’utilizzo del veicolo convertito. Le modifiche introdotte, inoltre, sarebbero sempre reversibili, anche se la ridotta manutenzione del kit e gli innumerevoli vantaggi derivanti dalla sua installazione (nel pagamento del bollo, nel passaggio nelle ZTL…) difficilmente potrebbero indurre un’automobilista nel tornare sui propri passi.
Un kit retrofit, tuttavia, ha anche alcuni svantaggi: il primo è il suo costo, che prevede nell’ordine lo smantellamento della meccanica originale, l’installazione della nuova powertrain elettrica (da 1.000 fino a 4.000 Euro) e dell’elettronica (fino a 4.000 Euro) e la messa a punto del pacco batterie, che in certi casi potrebbe far addirittura parte di un pacchetto di noleggio a lungo termine allo scopo di rendere l’intera operazione più conveniente. Il suo prezzo finale? Almeno 8.000 Euro (incentivi inclusi…), al quale si aggiunge l’inevitabile perdita dell’originalità e di quell’alone di esclusività proprio di un’automobile storica. Che ne dite: il gioco vale la candela?