Il Governo italiano sta preparando una vera e propria rivoluzione a livello fiscale: grazie all’approvazione lo scorso 5 ottobre della “delega fiscale“, Palazzo Chigi potrà iniziare il tanto atteso processo di semplificazione che riguarderà i tributi da versare nelle casse dello Stato, eliminando quelli che comportano costi di gestione troppo elevati a fronte delle entrate provenienti dai contribuenti.
Alcuni di questi riguardano anche il mondo auto e sono, nell’ordine, la possibile abolizione del Superbollo, l’allineamento del prezzo del gasolio con quello della benzina e l’introduzione di alcuni incentivi per l’acquisto da parte delle aziende di grandi flotte di veicoli considerati “green” e dal ridotto impatto ambientale.
Andiamo con ordine: il primo passo del Governo italiano potrebbe essere quello di disincentivare i consumatori a proseguire con veicoli ad alimentazione diesel, in nome di quell’European Green Deal che presuppone la “progressiva riduzione delle emissioni di gas climalteranti e la promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili ed ecocompatibili“. Come? Aumentando le accise sul gasolio (attualmente a 0,617 Euro/Litro) in modo da portare il costo di questo carburante a livello della benzina: questo favorirebbe anche un’accelerazione della transizione ecologica verso mezzi ibridi oppure elettrici, sicuramente preferibili rispetto a quelli endotermici a combustione.
Passando al Superbollo, c’è da dire che l’addizionale erariale per i possessori di vetture con potenza superiore ai 185 kW (252 cavalli) è inserita all’interno dei cosiddetti “tributi minori”, che per lo Stato italiano valgono solamente lo 0,1% di tutte le entrate fiscali. Come detto in precedenza, questa imposta sarebbe tra quelle che hanno costi di gestione più elevati degli effettivi ricavi e che, quindi, potrebbe essere cancellata per semplificare tutto il processo fiscale.
Il punto successivo, invece, riguarda il possibile aumento della percentuale di detraibilità dell’Iva riguardante le flotte di auto aziendali, attualmente fissata a quota 40%. Benchè si tratti solamente di una proposta generica, la si potrebbe intendere come un incentivo per le aziende ad acquistare un numero maggiori di veicoli ibridi plug-in oppure elettrici, che quindi potrebbero avere una detraibilità superiore al limite attualmente in vigore.
L’ultimo aspetto da considerare, infine, rappresenta la possibilità del ritorno dell’Ecobonus per i veicoli a basse emissioni, che erano stati introdotti in Legge di Bilancio solamente per il triennio 2019-2021. Anche in questo caso si tratta solamente di una proposta alquanto generica, che però potrebbe trasformarsi in realtà: le fasce più “virtuose” in vigore in fatto di Ecoincentivi sono quelle 0-20 e 21-60 g/km, che in questo caso potrebbero cambiare gli importi variando il range originario di 1.500-6.000 Euro. In che modo? E’ presto per dirlo, ma appena sapremo qualcosa in più vi aggiorneremo.