La rimozione forzata auto è un’azione prevista dal Codice della Strada in specifici casi di sosta irregolare e rappresenta una misura sia punitiva che correttiva. Si verifica nel momento in cui un veicolo è parcheggiato in aree dove la sosta è espressamente vietata per sicurezza o pericolo alla circolazione stradale.
L’intera procedura prevede anche costi e sanzioni per il possessore del veicolo, che deve affrontare la procedura burocratica per poterlo recuperare. In questo articolo approfondiremo nel dettaglio le norme previste dal codice stradale sulla rimozione coatta auto.
L’articolo 159 del Codice della Strada italiano stabilisce le condizioni sotto le quali è permessa la rimozione forzata o il blocco dei veicoli. Le autorità possono rimuovere le vetture in diverse situazioni, come quando la sosta rappresenta intralcio o pericolo per la circolazione o quando sono posti in modo tale da violare le regole specifiche di sosta.
Le singole situazioni, che possono portare alla rimozione veicolo in maniera forzata, includono il parcheggio su passaggi pedonali, piste ciclabili, marciapiedi, spazi riservati ai veicoli elettrici non in carica, davanti ai passi carrabili e in seconda fila.
Non è finita qui poiché ci sono altre condizioni come la sosta in punti riservati a specifici veicoli come autobus, veicoli di emergenza o trasporto scolastico e negli spazi destinati al mercato o alle operazioni di carico e scarico durante gli orari stabiliti. Possono essere rimossi anche i veicoli abbandonati.
Tuttavia, ci sono delle eccezioni in cui la rimozione forzata non può essere attuata. Esempi sono per i veicoli della Polizia (anche privati), ambulanze, vigili del fuoco, mezzi di soccorso, medici in servizio di emergenza con contrassegno visibile e veicoli per persone con disabilità che guidano con la patente BS ed espongono il contrassegno nelle zone di parcheggio riservate.
La procedura di rimozione auto deve essere effettuata tramite carro attrezzo, che deve rispettare caratteristiche ben definite dal Regolamento di attuazione del Codice della Strada. Questi mezzi possono appartenere sia al proprietario della strada in questione che ad aziende private o pubbliche autorizzate.
Dopo la rimozione, il veicolo viene trasportato presso un deposito, dove viene custodito fino al ritiro da parte del proprietario.
Dopo la rimozione forzata, è importante agire rapidamente per poter rientrare in possesso del proprio veicolo, minimizzando costi e disagi. Per prima cosa bisogna contattare la Polizia Municipale della zona in cui era parcheggiato il veicolo, fornendo modello, targa e posizione del parcheggio. In questo modo, si conferma che il veicolo sia stato effettivamente rimosso e non rubato.
Ogni comune può avere delle regole specifiche per poter recuperare un veicolo rimosso, ma generalmente bisogna presentarsi presso il deposito indicato con un documento d’identità valido, la carta di circolazione e il certificato assicurativo dell’auto.
Bisognerà, inoltre, dimostrare di essere il legittimo proprietario o detentore del veicolo. Per poterlo recuperare, bisogna pagare le spese di rimozione e custodia direttamente al deposito.
Queste possono variare in base a diversi fattori, come il tipo di mezzo, la fascia oraria della rimozione e la durata della custodia. Bisogna specificare, poi, che il pagamento per il recupero del veicolo si aggiunge a quello di eventuali sanzioni per le violazioni commesse, come il divieto di sosta rimozione forzata. In caso di controversie o dubbi sulle procedure di rimozione, è possibile presentare ricorso al prefetto entro i termini previsti dalle normative vigenti.
Il processo di rimozione forzata di un veicolo avviene seguendo una procedura ben definita. Quando un veicolo viene parcheggiato in un punto in cui non dovrebbe essere fatto, gli agenti municipali o altre forze dell’ordine identificano la violazione.
In seguito, chiamano un carro attrezzi per la rimozione dell’auto. Quest’ultimo, che è conforme a specifiche tecniche precise per garantire una rimozione sicura, procede con il recupero del veicolo.
Successivamente, viene trasportato in un deposito comunale o convenzionato dove verrà custodito fino al ritiro da parte del proprietario. Come già detto nelle scorse righe, il proprietario può recuperare il proprio mezzo recandosi al deposito con i documenti necessari e pagando le spese di rimozione e custodia.
In generale, il costo del servizio di rimozione eseguito con il carro attrezzi parte da circa 30 euro mentre quelle per carico e scarico è di almeno 60 euro. A queste cifre bisogna aggiungere le tariffe per il parcheggio del veicolo nel deposito, variabili da 4 a 7 euro a seconda della fascia oraria, con un eventuale maggiorazione del 30% nei giorni festivi.
Poi c’è da considerare la multa da pagare per il divieto di sosta. Questa varia a seconda della gravità dell’infrazione, partendo da un prezzo base di 39 euro. La somma totale, quindi, si aggira intorno ai 150 euro, escludendo eventuali spese aggiuntive e l’IVA.
Per il ritiro del veicolo presso il deposito scelto, il proprietario o un delegato autorizzato deve presentare la seguente documentazione: documento d’identità per identificare il soggetto che effettua il ritiro, la carta di circolazione per verificare la proprietà del veicolo, il codice fiscale o la partita IVA per le formalità amministrative, il certificato di assicurazione per dimostrare che il veicolo è assicurato e un nulla osta nei casi in cui il veicolo è stato sottoposto a sequestro penale o amministrativo o proviene da furto.
Qualora il ritiro venisse effettuato da una persona diversa dal proprietario, sono necessari ulteriori documenti: delega del proprietario redatta su carta con indicazione chiara di chi è autorizzato al ritiro, una fotocopia del documento di riconoscimento del proprietario per confermare l’autorizzazione alla delega e una patente di guida idonea necessaria per la conduzione del veicolo e in corso di validità.
Il comma 4 dell’articolo 215 del Codice della Strada stabilisce che il proprietario o una persona delegata dallo stesso ha disposizione 180 giorni dalla notifica del verbale per poter ritirare il veicolo. Se non si procede entro questo termine, il veicolo può essere demolito o peggio ancora o venduto.
Tuttavia, bisogna considerare che ogni Comune può avere una propria procedura per il ritiro. Per questo è sempre consigliato informarsi presso la Polizia locale o l’ufficio competente della propria città per dettagli più precisi.
Il blocco del veicolo è un’alternativa alla rimozione forzata. Viene effettuato tramite l’utilizzo di una ganascia che viene fissata sul bordo del cerchione o dello pneumatico della vettura. Questo dispositivo impedisce lo spostamento senza danneggiarlo, garantendo al contempo che rimanga fermo fino al saldo delle spese destinate all’intervento e alla rimozione da parte del proprietario.
Esistono diversi casi specifici in cui né la rimozione né il blocco sono permessi, come per i veicoli al servizio di persone invalide. In questi casi, può essere consentito lo spostamento del veicolo in un punto idoneo e vicino in modo da non creare barriere architettoniche lungo il percorso.