Ducati 796 Anniversary

È diventata un’impresa colossale riuscire a presentare una moto strafamosa come la Ducati Monster.
Sono ormai vent’anni che chi legge e scrive di moto, ha dato fondo ad ogni singolo approccio e punto di vista per presentare la regina delle naked, al punto che, ora che abbiamo provato il modello 20th Anniversary, ci sembra superfluo ricordare quanto il o la Monster, che dir si voglia, abbia innovato e segnato il passo del settore naked, delle oltre 250.000 unità vendute in tutto il mondo, di quanto questa moto abbia accompagnato i primi passi di tantissimi centauri.

Per far parlare ancora di questo successo di vendite, Ducati, più che alimentare voci sulla nuova generazione di DUCATI Monster, che si dice essere ormai pronta, presenta il suo modello celebrativo in tre motorizzazioni: 696, 796, 1100 evo, con prezzi che vanno dai 9.490 € del 696, ai 12.390 € del 1100 evo, passando per i 9.990 € del 796.

Tecnicamente le tre versioni “20th Anniversary” non differiscono dalla normale versione con ABS, mentre la celebrazione risiede nella particolarità dei dettagli e delle colorazioni.
Il tema dominante è la combinazione cromatica tra rosso e oro, nello specifico il rosso delle parti verniciate col bronzo e con l’oro delle tante parti: il telaio, le pinze freno, le flange dei dischi e gli steli della forcella, che Ducati definisce “champagne”; la versione 1100 evo anche le pompe freno e frizione sono color oro. Per tutti i modelli, poi, troviamo il supporto del faro cromato, forcellone posteriore, piastre e piedini forcella in color grigio, come grigi sono i coperchi motore.
Per completare l’opera, specchi retrovisori di stampo retrò e di forma tonda, a richiamare linee classiche e storiche.

Quindi, se la tecnica della moto non è cambiata rispetto alle versioni già provate, il nostro test non sarà puntato tanto sul comportamento di guida, quanto sui consensi estetici raccolti in giro per la città.
Come dicevamo, il Monster conferma a pieno, ancora dopo vent’anni, le sue grandi doti di maneggevolezza e potenza erogata ai bassi e medi, rendendolo un ottimo mezzo con cui lasciarsi dietro il traffico delle città, così come le curve dei tratti extraurbani.

 

Una moto versatile, comoda e facile, che nonostante introduca all’esperienza di guida di un bicilindrico, quindi ad un’erogazione volendo anche un po’ brusca, lo fa con tutta la sicurezza che deriva da una buona e collaudata ciclistica, oltretutto arricchita dalla presenza dell’ormai indispensabile ABS.

Piazziamo la moto in vari punti del centro di Roma e vediamo cosa ne dicono quelli che passano e si fermano a darle un’occhiata.
Spesso sono coppie, di una fascia d’età che va da i giovanissimi ventenni ai non più giovanissimi cinquantenni. È difficile stabilire chi venga maggiormente colpito, se gli uomini o le donne, ma entrambi concordano sull’estetica grintosa e sportiva. Chi è già motociclista, si vede che nota i piccoli dettagli, la scelta dei materiali usati e le scelte cromatiche, i più attenti, addirittura, notano il particolare font grafico con cui è realizzata la scritta Ducati.

 

L’unico neo, almeno a giudicare dalla ricorrenza di questo commento, sembrerebbero essere gli specchietti che, sì, sono un richiamo alle linee storiche, ma forse questo era uno di quei pezzi di storia che sarebbe stato meglio lasciare nei libri fotografici, magari in virtù di qualche altro dettaglio che forse sarebbe sembrato meno “cheap”.

Se quindi consigliare o meno questa serie 20th Anniversary risulta complicato per chi fino ad oggi ha giudicato una moto più per le sue doti in strada che per l’estetica.
In questo senso, rimangono valide tutte le cose dette e stradette sul Monster, quelle qualità che l’hanno eletto un prodotto vincente nel mondo per così tanto tempo, sulla questione estetica, invece, è ogni singolo utente il giudice supremo. A nostro giudizio, forse i cambiamenti non saranno radicali, tra questa versione e quella base, ma in questo momento in cui la Ducati sembra sul punto di fare un altro, incredibile balzo in avanti, potrebbe essere una buona idea accaparrarsi forse l’ultima versione celebrativa di questo oggetto di culto, prima che, se fosse vero quello che si dice in giro, nascesse una completamente diversa genia di mostriciattoli.

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