Superbike 2010

Il Campionato Mondiale Superbike 2010 comincia a far tremare le coronarie degli appassionati a più di un mese dall’inizio delle ostilità (28 Febbraio, Phillip Island). La crisi che ha colpito il mondo delle corse, come dimostra la scarna griglia MotoGP, ha fortunatamente “sfiorato” la WSBK: le assenze ci sono, non vedremo più griglie da 30 partenti come gli anni scorsi, in compenso le Case impegnate sono molte (Ducati, Yamaha, Honda, Kawasaki, Suzuki, Aprilia e BMW). Lo spettacolo rimane garantito, i piloti sono assortiti in un giusto mix di vecchi leoni come Haga, Corser e Biaggi, oltre ai giovani Rea, Neukirkner e Haslam.

I primi test si sono aperti sotto il segno tricolore. Parliamo del binomio Max Biaggi-Aprilia RSV4, una coppia vincente che fa tornare in mente gli anni ruggenti della 250. Il pilota romano ha raggiunto una serenità ed una maturità tali da renderlo fiducioso, veloce e determinato come non mai. Non è aggressivo ed irruento come qualche debuttante, ma non è nemmeno un pensionato che si diverte a fare due pieghe. Fa volare una moto sorprendentemente competitiva, non si sottrae alla bagarre e sa portare a casa punti preziosi quando le cose non vanno per il verso giusto. Quest’anno è lui l’uomo da battere.

In casa Ducati, dopo l’addio di Davide Tardozzi, la direzione sportiva verrà riorganizzata. Rimangono come punto fermo i piloti, Nori Haga e Michel Fabrizio, ma con prospettive nettamente diverse. Per il giapponese il Mondiale SBK 2010 sarà vissuto come un “o la va o la spacca”. A 35 anni suonati, dopo aver perso il Mondiale 2009 (non senza colpe) contro il debuttante di lusso Ben Spies, il Samurai nippo-brianzolo ha forse la sua ultima, vera occasione per scrivere il nome nell’albo dei vincenti. Fabrizio, dal canto suo, parte alla pari con il più esperto collega. Ha dimostrato di essere veloce, ha una moto competitiva, sbaglia forse troppo e deve diventare più costante. Il futuro posto di pilota-leader in Ducati potrebbe essere suo, se saprà meritarselo.

Yamaha deve difendere il titolo 2009, e lo farà senza la “carriola americana” (ma sarebbe meglio dire schiacciasassi) Ben Spies, passato in MotoGP con Valentino e soci. Sulla sella della Yamaha R1 SBK sale però un ex illustre, quel James Toseland bi-campione mondiale SBK finito a fare da comprimario nella MotoGP. Una gran voglia di rimettersi in gioco ed una moto che ha dimostrato di essere veramente veloce potrebbero renderlo avversario scomodo, per tutti. Al suo fianco Cal Crutchclow, un tipetto mica da ridere, veloce quando basta per aggiungere un pò di sale sulla coda al titolato compagno di squadra.

Honda e Suzuki hanno rimescolato le carte, per tornare ai livelli di loro competenza. Il Team Ten Kate ha ingaggiato Max Neukirkner, promessa mai definitvamente sbocciata, e confermato Jonny Rea, sorprendente l’anno scorso al debutto. Una buona squadra: se la CBR1000RR sarà all’altezza, i due alfieri Ten Kate potrebbero essere della partita. La Suzuki Alstare diretta dalla volpe Batta si affida a Leon Haslam (figlio di Ron, già in 250 e 500) e Sylvain Guintoli. La GSX-R 1000 in versione 2010 si è già fatta notare, con tempi nei test davvero interessanti: la voglia di tutto il team è forte, vedremo se sapranno sfruttarla fino in fondo.

I due punti di domanda più sostanziosi si chiamano Kawasaki e BMW. La “verdona” Ninja ZX-10R è tutta nuova, nata per risalire dalle retrovie della griglia a posizioni che gli competono, ed in sella c’è un altro emigrante dalla MotoGP, il buon Chris Vermeulen. Anche per lui, motivazioni fortissime ed un talento che nonostante gli alti (pochi) e bassi (troppi) sulla Suzuki MotoGP è ancora di qualli autentici. Il suo compagno Tom Sykes l’anno scorso ha avuto una unica sfortuna, quella di capitare nel box di Ben Spies. Di fianco ad un compagno così veloce da subito, il suo processo di adattamento è sembrato troppo lento. Quest’anno dovrà dimostrare di avere il manico.

BMW ha “rubato” Tardozzi alla Ducati, un manager capace ed esperto. Invariata la composizione del team, con Troy Corser e Ruben Xaus in sella ad una S1000RR veloce ma ancora acerba. Il potenziale per fare dei buoni risultati c’è tutto, il Mondiale è altra cosa però. Anche quest’anno se la giocheranno Ducati e Yamaha, con la pericolosa intromissione della Aprilia di Max Biaggi.

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